Essere Animali da sempre al fianco dei più deboli

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Fonte: Essere Animali

Essere Animali è un’associazione non profit, che agendo mossa dai principi dell’antispecismo, come ricorda nel proprio statuto, opera da anni per tutelare “il rispetto della vita, della dignità e della libertà di tutti gli animali umani e non
umani“.

I suoi volontari partecipano alle attività investigative all’interno di allevamenti di diversi animali, promuovono campagne di protesta e di informazione e, nel corso del tempo, hanno salvato davvero tantissimi piccoli e grandi amici a quattro zampe, ma anche pennuti, da allevamenti intensivi, ossia da strutture all’interno delle quali questi erano stati condannati a morte, colpevoli sono di essere nati della specie sbagliata.

Chi conosce quest’associazione, quindi, ha potuto vedere, anche grazie alle reti televisive e ai giornali, quanto faccia quotidianamente e, soprattutto, quanto sia riuscita a portare davanti alle telecamere, denunciando ciò che i ben pensanti ancora si ostinano a non voler vedere o a giustificare con un semplice e banale: “Da sempre l’uomo si nutre di animali!”. Ottima scusa, ma vetusta esattamente come l’epoca alla quale si fa riferimento. 

Per questo, quando abbiamo chiesto ai referenti di Essere Animali di rilasciarci un’intervista e Claudio si è dimostrato disponibile, per noi è stata una grande gioia, anche perché non solo ci ha dedicato del tempo prezioso, ma ci ha anche raccontato cosa succede nel caso dei conigli, verso i quali è rivolta la maggior parte degli interventi della nostra associazione.

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Fonte: Essere Animali

La nostra mission, dunque, si sta ampliando di giorno in giorno, spinta dalla volontà, oltre che di salvare, recuperare e far adottare i conigli, anche – o forse in questa fase storica soprattutto – di far conoscere lo sfruttamento, al quale questi sono sottoposti quotidianamente.

Uno sfruttamento ancor più silente di quello di bovini, suini e ovi-caprini, dal momento che per gli italiani il coniglio è ancora un animale da carne (espressione orrenda, che trascina in sé tutto il malessere sociale di chi crede che l’antropocentrismo sia una norma, piuttosto che la causa di ogni male a cui viene sotttoposto il pianeta) o da pelliccia e, quindi, non desta alcuna riflessione etica cibarsene o usarlo per la produzione di capi di abbigliamento.

Ecco, dunque, quanto Claudio ci ha raccontato.

D: Quando e come nasce Essere Animali? Quali sono le vostre sedi in Italia?

R: «Essere Animali nasce alla fine del 2011 da attivisti con alle spalle esperienze di campagne specifiche contro la vivisezione e le pellicce. L’idea dell’associazione è nata dalla volontà di poter affrontare concretamente e in modo più innovativo ed efficace possibile anche altri argomenti, soprattutto l’utilizzo degli animali nel settore alimentare.

L’associazione nasce a Bologna e Milano, dove adesso sono presenti due uffici operativi, e si è poi allargata con gruppi a Brescia, Ancona, Bari e Firenze».

D: Qual è la mission della vostra associazione?

R: «Prima di tutto creare conoscenza sul modo in cui vengono considerati e trattati gli animali in questa società. Da lì nasce l’idea delle investigazioni, che sono un modo per aprire un varco in luoghi in cui le persone normalmente non possono avere accesso e che non si vuole far conoscere.

Dopodiché promuovere scelte etiche, sia a livello individuale che aziendale o politico. Quindi la diffusione dell’alimentazione vegana e stili di vita cruelty-free, aiutando con progetti specifici a rendere questi passaggi più facili possibile, ma anche leggi che vadano ad abolire pratiche crudeli e scelte aziendali a favore degli animali».

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Fonte: Essere Animali

D: Quali sono le campagne che state seguendo al momento? E quali avete in programma?

R: «Le principali campagne su cui siamo attivi sono Visoni Liberi, per chiudere gli allevamenti di animali da pelliccia in Italia, e #ViaDagliScaffali, per convincere i supermercati italiani a non vendere più il foie gras. In entrambi i casi abbiamo lanciato la campagna con una investigazione, mostrando immagini choc su queste pratiche, che hanno dato molta forza per i passi successivi.

Con la campagna Visoni Liberi siamo riusciti a fermare l’apertura di nuovi allevamenti e abbiamo contribuito a una riduzione del numero di animali allevati in Italia. Mentre sul foie gras siamo felici di dire che grazie al nostro impegno ben 6400 punti vendita di diversi marchi in tutta Italia non avranno più questo prodotto».

D: Quanto è difficile, non solo fisicamente, ma anche emotivamente, entrare in un allevamento? Come si può poi continuare ad andare avanti?

R: «La difficoltà emotiva rende questo lavoro non adatto a tutti, per cui ci sono persone che si sentono più pronte a entrare in contatto con la sofferenza degli animali. Ognuno reagisce in modo diverso, ma nel momento in cui gli attivisti sono dentro pensano solo allo scopo per cui lo fanno: documentare e mostrare a milioni di persone qualcosa che altrimenti resterebbe nascosto. Sono i risultati che fanno andare avanti, che danno la forza di continuare».

D: Visto che Amiconiglio si occupa di specifico di conigli, cosa potete dirci, in base alla vostra esperienza, relativamente alle condizioni di vita di questi animali negli allevamenti? Ne avete visitato qualcuno? sapete dirci, voi che siete ormai degli esperti del settore, quale verità si cela anche dietro la coniglicoltura?

R: «I conigli sono tra gli animali che purtroppo se la passano peggio. Per loro non esiste nemmeno una normativa specifica di riferimento e non esistono allevamenti a terra o all’aperto: nascono e crescono in piccole gabbie di rete metallica, sopraelevate dal terreno. Non toccano la terra, l’erba, non sentono il sole o il vento, non possono saltare.

Lo scorso anno abbiamo portato una giornalista di La7 dentro un allevamento dalle condizioni terribili in provincia di Forlì. Le immagini viste in Tv e la nostra denuncia hanno portato alla chiusura della struttura, che fino a quel momento mandava al macello fino a 10.000 conigli l’anno. Un risultato quasi senza precedenti in Italia, frutto del nostro Team Investigativo».

D: Come è possibile aiutarvi?

R: «La prima cosa è seguirci sui social e iscriversi alla nostra newsletter per partecipare alle campagne e diffondere le investigazioni.

Poi chi crede nei risultati e nell’importanza del Team Investigativo di Essere Animali può scegliere di diventare Supporter: con una donazione mensile a scelta, anche pochi euro, si rende possibile una continuità e una crescita di efficacia del lavoro dei nostri attivisti, che oltre a entrare negli allevamenti lavorano sotto copertura dentro strutture dove gli animali vengono sfruttati o uccisi. A voii costa pochissimo, ma per noi è un sostegno vitale. https://www.essereanimali.org/supporter/

Inoltre si può scegliere di donare il 5×1000 all’associazione, aiutando così tutte le campagne e attività praticamente a costo zero. https://www.essereanimali.org/5×1000».

Parole forti, che portano con sé il coraggio e, soprattutto, l’esperienza concreta di chi non parla da dietro un pc, ma agisce sul campo, scendendo in prima linea quando occorre, spinto proprio dal voler tutelare i più inermi, in questo caso, quindi, gli animali.

Ad Essere Animali va il nostro immenso grazie per tutto quello che fanno e per il tempo prezioso, che ci hanno dedicato. Speriamo anche in future collaborazioni insieme.

Nel frattempo noi continueremo a seguirli e a promuovere quanto fanno, perché l’informazione è la prima arma contro l’ignoranza e l’omertà. Far conoscere quanto avviene negli allevamenti intensivi è stato un punto di forza verso la scelta vegan di molte persone e verso la maggior consapevolezza di quanto dolore e sangue ci siano dietro un piatto di carne o una pelliccia di lapin.

Il merito va a chi rischia ogni giorno pur di portare avanti le investigazioni, di promuovere azioni di protesta e di far conoscere la verità e i volontari di Essere Animali in questo hanno un ruolo di primaria importanza, di fronte al quale possiamo solo prendere esempio e riflettere.

 

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