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Adotta consapevolmente

“Soddisfatti o rimborsati”, sembrerebbe uno slogan pubblicitario, e invece è la convinzione più Profonda di chi decide di adottare. Ritornano troppo spesso indietro queste povere creature che hanno già un vissuto travagliato e per questo motivo cercano le amorevoli braccia di chi possa pazientemente accoglierli nelle proprie case, ma soprattutto nel proprio cuore. Tornano indietro come pacchi perché non rispettano le aspettative di chi ha scelto di adottare. Accogliere un animale nella propria vita non è un gioco. Prima di prendere questa decisione bisogna ponderare bene tutto ciò a cui si va incontro. I costi, l’impegno, la responsabilità, ed anche il tempo necessario da dedicargli. Un animale è per sempre. È un impegno per tutta la vita. Siamo noi che scegliamo liberamente, senza costrizione alcuna, ed anche coscientemente, di aprire le porte delle nostre case ad un nuovo membro, e non loro, che sono poi costretti a dipendere da qualunque scelta faremo. Un animale non è un peluche. Potrebbe ammalarsi, e le malattie comportano dei costi ed anche tempo. E nel migliore dei casi, invecchierà con noi.

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E proprio come per gli esseri umani, la vecchiaia comporta problemi fisici, alcuni innocui, altri più seri. Per questo l’adozione dovrebbe essere una scelta consapevole e ponderata. Non istintiva e per questo entusiasmante. E invece, tornano indietro. Come se possa essere un’opzione da “soddisfatti e rimborsati”. Improvvisamente sporcano troppo, danno troppi pensieri, hanno bisogno di troppo tempo, un membro della famiglia é allergico, c’è una partenza importante, un trasferimento, il nuovo appartamento è troppo piccolo, o il proprietario di casa non lo vuole. La verità è che non hanno superato il test. Non è abbastanza dolce come avrebbero voluto. E se ne hanno già uno, e ne adottano un altro per fare coppia, non è idoneo perché non è come il loro. O peggio, si ammala, e se si ammala allora è difettoso. Spesso le persone credono che ci possano essere maggiori garanzie acquistando un coniglio in un negozio. Ma non è assolutamente così. Nei negozi, per far gola, anche nelle grandi catene, vendono cuccioli non svezzati e per questo più predisposti a malattie mortali. Non c è alcun tipo di garanzia, neppure sulla genetica. Eppure ve li danno splendenti tanto da far credere che nulla mai possa accadergli. Ravvedetevi. Le associazioni ovviamente non vi garantiscono che il coniglio che state adottando sarà immune da qualunque malattia finché morte non vi separi, ma vi cede conigli bisognosi il cui quadro clinico è già noto e pertanto viene comunicato all’adottante, che deve essere totalmente consapevole a ciò a cui va incontro. Ciò non vuole assolutamente dire che se adottate un coniglio sano o senza apparenti problematiche allora questo non si ammalerà mai in tutta la sua vita.

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Le persone si ammalano improvvisamente e muoiono improvvisamente. E questo accade anche per gli animali. Si ammalano, vanno curati, le cure hanno dei costi. E se pensate di non poter garantire questo al nuovo membro della famiglia, allora non adottate, compratevi un peluche. Non esistono animali difettosi, esistono solo animali bisognosi. E tu, che hai adottato credendo che fosse semplice conquistare la sua fiducia, proprio tu che l’hai fatto con l’entusiasmo tipico del bambino che aspetta la notte di natale per il nuovo gioco di cui si stuferà dopo un paio di giorni. Tu, che alla prima difficoltà hai mollato la presa credendo che fosse difettoso, che fosse malato da tempo, che fosse infetto e potesse essere un pericolo, ma non ti vergogni? Come dormi la notte sapendo che hai dato speranze a chi aveva bisogno e proprio quando più aveva bisogno di te perché la malattia lo stava massacrando, te ne sei disfatto, l’hai portato indietro, magari sperando anche in un rimborso spese, giusto?! E ti sei voluto autoconvincere che lo hai fatto per il suo bene, per il tuo, per il vostro. Riesci a dormire sapendo che l’hai abbandonato? L’adozione è un atto nobile e come tale non dovrebbe avere grosse pretese. Adottate consapevolmente.

PS. i conigli che vedete in foto sono tutti in cerca di adozione…

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La mia prima esperienza come stallante AmiConiglio

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24 Aprile 2019. “Abbiamo un’emergenza, due coniglietti a Napoli necessitano urgentemente di sistemazione momentanea”. Panico ed impotenza. È questo ciò che si prova quando un coniglio, dell’associazione o non, ha bisogno del nostro aiuto, ma noi, con i pochi mezzi, e le poche risorse che abbiamo, ci serviamo della collaborazione e dell’Amore di questa grande famiglia formata da volontari uniti da un unico scopo, salvare chi ha bisogno. Non potevo restare nuovamente immobile e impotente. Erano tutti disperati e preoccupati da Roma. Il tempo era poco e bisognava agire immediatamente, dovevo trovare uno spazio anche dove uno spazio non c’era. Giornata sbagliata quella in cui era successo, i dolori fisici mi sovrastavano da giorni, ma non abbastanza per impedirmi di agire. E così mi sono inventata uno spazio dove spazio non c’era e un tempo dove tempo non c’era. Dopo lavoro ho fatto una piccola tappa per procurarmi del cibo per loro e con un piccolo aiuto esterno ho allestito e risistemato quella che sarebbe diventata la loro casa per un po’. Stremata e affamata ho poi aspettato che arrivassero. Erano proprio belli come me li immaginavo, Marx e Trudy. Più grandi di quanto mi aspettassi. E la loro ormai ex padrona mi aveva portato tutte le loro cianfrusaglie. Ne erano tantissime. Probabilmente non sarei mai riuscita a dargli così tanto, ma gli avrei dato tanto amore se me ne avessero dato modo, in cuor mio pensavo questo. Marx era arrabbiatissimo. Sembrava una furia negli scatti. Batteva le zampe e non si lasciava avvicinare in alcun modo. Neppure quando ero io ad aspettarlo, completamente stesa per terra e ricoperta di pellett, il loro cibo preferito. Trudy invece era una curiosona, si avvicinava con movenze più delicate, poi si allontanava e si riavvicinava. La sveglia, già all’alba, ormai si era anticipata di un’ora per poter provvedere a loro. Il pensiero che mi accompagnava durante tutta la giornata lavorativa era quello di potermi chiudere in stanza con loro e ricoprirli di coccole. E nei primi tempi era così. Andavo a lavoro con quella sensazione come quando sei bambino e finiscono le feste di Natale e ritorni a scuola. I primi giorni torni a casa con una velocità ed una voglia mai viste, c’è il gioco della befana che ti aspetta. No, loro non erano un gioco. Non erano un momento. E non c’entrano i bambini. Erano molto di più. Erano l’emozione di sapere che c’è qualcuno a casa che ti aspetta, qualcuno che più degli altri in questo momento particolare ha bisogno di te. Ed era proprio il momento particolare che io percepivo.

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In quell’atteggiamento scontroso di Marx nello sbattere le zampe con Veemenza, leggevo la sofferenza di chi non avrebbe mai voluto separarsi dal proprio padrone. Qualche giorno dopo, ha smesso. Si è avvicinato. Mi ha studiata. Ed ha capito. Non gli avrei fatto del male. Lo stavo accogliendo, gli stavo chiedendo di accogliermi nel suo cuore. Per chi non lo conoscesse Marx era scontroso e una furia. Marx era il mio prediletto. Esagitato e dominante, quando si calmava aspettava che lo accarezzassi e restava impassibile per ore, senza mai stancarsi. Trudy nei primi tempi rimaneva a farsi coccolare per un tempo non definibile. Poi, nonostante fosse mansueta e capace di farsi fare di tutto sia da Marx che da qualunque altra persona, si è fatta conoscere per il suo carattere “coccole?! No grazie, vado da Marx!”. Pesavo la quantità di cibo giusto, catturavo ogni momento passato insieme e li studiavo per capire se stessero bene, sia per la salute, sia se la loro sistemazione fosse troppo calda o troppo fredda o addirittura poco sicura. Una mattina poi, Trudy non è stata bene. Il terrore, la corsa, la fermezza nel non abbattersi. E poi la rassicurazione e la determinazione nel curarla. Ma ancora i dubbi sulla sua salute, e il voler intervenire con ulteriori indagini, solo perché sentivo fosse necessario. Ma Marx e Trudy erano solo di passaggio ed io non ho mai amato gli addii. L’addio di chi mi ha insegnato che ci si può amare anche se si è molto differenti, accettandosi. L’addio di chi mi ha insegnato che un coniglio non parla, ma manifesta il dolore per la separazione da chi li ha accolti per molto tempo in modo differente, magari diventando un po’ scontroso come Marx, o ammalandosi come Trudy. L’addio di chi mi ha permesso di comprendere silenzi e comportamenti differenti ed apprezzarli ogni giorno di più. L’addio di chi mi ha insegnato che sentirsi amati è fantastico, ma amare lo è molto di più. Sabato 1 Giugno. Ormai è tutto pronto. Anche loro. Andiamo a Roma, da chi li ospiterà per un po’ più di tempo. Sperando che non sia interminabile. Hanno bisogno di una famiglia che li ami. Mi fermo un attimo. Ma non sento di essermi fermata io. Sembra che sia il mondo attorno a me ad essersi fermato per qualche istante. Un istante che poi diventa improvvisamente interminabile. La sconfitta. La sconfitta per non aver avuto gli spazi, il tempo e le situazioni necessarie per tenerli con me, o almeno tenerli un po’ più a lungo.

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Separarmi da loro sapendo che non hanno trovato una casa, ma l’ennesima situazione momentanea. E tu Marx, proprio tu che di case ne hai cambiate almeno quattro ormai. Tra poco saranno cinque. Cosa hai fatto per meritarlo? Non meriti forse l’amore che meriterebbe qualunque altro coniglio? Ed è con le lacrime agli occhi, il cuore in gola e lo stomaco sottosopra che scrivo. Scrive chi una sconfitta l’ha subita perché non ha potuto tenere con sé quei due piccoli solo in cerca d’amore. Scrive chi non riesce ad accettare l’idea che un povero animale debba vivere la propria esistenza aspettando che qualcuno resti con lui fino alla fine dei suoi giorni. Scrive chi si augura che possano trovare tutto l’amore che meritano di avere. Ho sempre desiderato stallare. Ho sempre pensato che fosse utile e che mi avrebbe fatto piacere accogliere una nuova vita in casa, anche se non definitivamente. Non immaginavo però che fosse così devastante la separazione. Scrivo e scrivo per tutti coloro che hanno dovuto separarsi dai propri stalli. Scrivo per chi ha deciso di adottare il proprio stallo. Per chi invece lo ha perso per la malattia. Per chi gli ha dato la possibilità di trovare una famiglia. Oggi mi sento sconfitta perché non ho avuto la possibilità di dire che hanno trovato una famiglia, ma so di aver comunque vinto perché ho vissuto la mia prima intensa e fantastica esperienza, come stallante. Ho vinto perché li ho conosciuti. Ho vinto perché oggi so quanto fantastici siete voi che stallate ogni giorno.

I conigli che vedete in foto aspettano di essere adottati. Se siete interessati contattateci.

Mamma e cuccioli in cerca d’amore

Inauguriamo, oggi, una nuova rubrica dedicata proprio ai nostri piccoli amici a quattro zampe. E, come sempre, lo facciamo partendo alla grande, cercando, perciò, casa non ad uno, ma bensì a sette conigli tutti in una volta sola, mamma e cuccioli.

Eccoli qui nelle foto, semplicemente meravigliosi, come sempre i cuccioli di tutte le specie e razze sanno essere, e come, allo stesso modo, sa essere una mamma, che li cura e li protegge.

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La loro non è una storia di maltrattamenti o di sequestri. E’ semplicemente una storia di vita di tutti i giorni, una di quelle che spesso siamo costretti a subire, piuttosto che a scrivere e, che quindi, in alcuni casi ci obbliga anche a scelte difficili.

E così è stato per la persona che aveva con sé questa splendida famiglia pelosa, alla quale non avrebbe mai voluto rinunciare, ma che, alla fine, è stata, invece costretta proprio a rinunciare esclusivamente per amore.

Già, a volte si deve saper lasciare andare per amore. Non sempre da osservatori esterni è facile comprendere una tale scelta, ma è forse questa proprio la scelta più sincera, quando si decide di mettere al primo posto il bene dell’animale e non il proprio egoismo.

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Pensiero di certo non semplice da accettare, soprattutto nella nostra quotidianità fatta di social network, dove dietro la trincea sicura della propria tastiera, sono sempre tutti pronti subito a giudicare, ad ergersi giudici dell’etica umana, a farsi difensori…ma di cosa?

Sono infinite le sfaccettature di ogni storia, di ogni singola decisione presa e, spesso, ognuna di esse è fatta di ponderazione, di notti insonni passate a cercare la soluzio

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ne migliore, anche quando questa alla fine impone una separazione e non la più classica delle bugie e vissero per sempre felici e contenti.

Quindi, ora, c’è bisogno di una casa per questi piccolini.

Al momento, può andare bene anche un affido temporaneo, ossia qualcuno che si renda disponibile – dopo opportuni controlli da parte dell’associazione – per ospitare uno o più coniglietti, in attesa che arrivi un’adozione definitiva.


Rendersi disponibili per gli affidi è per tutti noi fondamentale, perché ci consente di sapere al sicuro piccole anime, fin quando non andranno nella loro nuova casa. Inoltre, per il periodo dell’affido, l’associazione provvederà alle spese di mantenimento e cura degli animali, quindi non ci saranno neppure costi da sostenere.

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Ora i piccoli hanno circa un mese, sono già svezzati, ma devono restare con la mamma ben oltre i sessanta giorni e questo ci dà un pò di tempo per cercare loro mamme affidatarie.

Se volete rendervi disponibili, basta solo inviare una mail all’indirizzo di posta elettronica affidi@amiconiglio.it e sarete ricontattati immediatamente.

Se tuttavia non potete adottare, né offrire la vostra disponibilità per gli affidi, potete, comunque, condividere quest’appello e lasciarlo rimbalzare in rete, fino a fargli raggiungere la bacheca giusta, fino alla porta di chi magari sta cercando un coniglietto e così non fa altro che coronare il suo sogno e dare una vita ricca d’amore ad un tenero amico a 4 zampe.

Sono i piccoli gesti a rendere il mondo migliore e oggi qui ve ne proponiamo uno. 

 

Riflessioni sottovoce…di una volontaria Amiconiglio

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Camillo adottato da Sergio

Queste sono le riflessioni fatte a bassa voce, ma con il cuore pieno d’amore da Marina Porzia, Vice Presidente di Amiconiglio, ma, prima di ogni altra cosa volontaria, e affidataria da anni. Ecco cosa succede quando si decide di dedicarsi alla “vita”…

Sono molti anni ormai che accogliamo creature indifese nelle nostre case, zooplus.ittroviamo sempre un posticino per loro, e, anche quando non c’è, non riusciamo a dire di no, anche se in realtà dovremmo  farlo!!!

 

 

Il più delle volte arrivano dalla strada, da situazioni di abbandono, da famiglie che non li vogliono più, il più delle volte sono feriti nel corpo e nell’anima, spendiamo per loro e con loro ogni giorno tempo, fatiche eh sì a volte anche qualche soldino, ma benediciamo  ogni giorno quegli occhietti che ci guardano riconoscenti e che ogni giorno  illuminano il nostro cammino.

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Coco adottato da Fiammetta

Tante creature sono entrate nelle nostre case e nei nostri cuori e quando arriva il tanto atteso giorno del  “HA TROVATO CASA” è un colpo al cuore!!!

E’ giusto così, Amiconiglio nasce proprio per aiutare queste creature, accoglierle, trovare per loro famiglie speciali in grado di saperle gestire e amare, ma, quando un piccolo impaurito incomincia a fidarsi di noi, a ritrovare fiducia in quell’essere umano che lo ha più volte tradito, amarlo, coccolarlo, curarlo è la cosa più naturale del mondo….e, allora, diventa difficile separarsene, soprattutto se l’affido dura mesi, a volte anche un anno…. Si un anno perché nonostante gli appelli, le foto e tanto altro ancora, alcuni di loro sembrano invisibili.

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Trisha adottata da Ramona

Comunque il fatidico giorno del “HA TROVATO CASA”, arriva sempre, e allora è necessario prepararsi, prendere le distanze, capire che quel coniglio avrà una vita migliore, felice, sarà amato e coccolato;  si comincia, quindi, a chiedere di andare a fare la visita pre adozione per vedere la casa dove andrà a vivere e  per  conoscere le persone che lo ameranno, si chiede di portarlo personalmente nella nuova casa. A questo punto lasciamo al piccolo un oggetto, un ricordo che ci appartiene come per dire “io ci sarò sempre per te”, asciughiamo le lacrime e via senza guardare indietro.

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Muffin adottata da Daniela

Per qualche tempo una foto, un ricordo fa salire agli occhi una lacrima, per qualche tempo si distoglie il pensiero…..poi una nuova emergenza, due nuovi occhietti impauriti ti guardano e chiedono aiuto e tutto ricomincia esattamente come prima, amore, coccole, cure!!!

Queste creature la nostra vita, , le nostre pene , le nostre gioie, un grande immenso amore.

Grazie Amiconiglio, grazie a questa grande immensa famiglia d’amore!!!