Capretti vivi da uccidere

Succede a Napoli. Alcune settimane fa, tra l’indignazione del web, è stata divulgata una foto nella quale veniva immortalato un furgone situato a Fuorigrotta, esattamente a piazzale Tecchio, con un cartello riportante la seguente dicitura: “Capretti vivi da uccidere”.

Il pubblico, sconvolto, non è stato certamente comprensivo e si è totalmente scatenato. Ma non si è trattato di nient’altro che di una provocazione per scuotere l’opinione pubblica sul tema del rispetto degli animali.

Lo scherzo è stato messo in atto da alcune persone di fanpage travestite da venditori.

Tutto ciò è stato organizzato come conseguenza alla decisione di non fare esporre capretti o agnelli morti nelle vetrine delle macellerie.

Roberta Gaeta, assessore alle politiche sociali con delega alla tutela della salute e degli animali del comune di Napoli, ha firmato un’ordinanza con la quale si fa divieto assoluto  di esposizione di ovini, caprini e altri animali in strada e nelle vetrine delle macellerie al pubblico.

Quindi non dovranno essere visibili animali macellati, interi o in quarti. Questi tagli devono restare nelle celle frigorifere secondo le norme di igiene alimentare. Lo scopo non è solamente di maggiore sicurezza e igiene, ma anche di rispetto del prossimo.

È sorprendente come possa aver reagito il pubblico. Ciò però dovrebbe farci riflettere perché i cittadini riescono ad indignarsi di fronte all’idea di poter scegliere quale animale indifeso uccidere e trasformare nel proprio pasto, ma continua a perseverare con la barbara usanza di mangiare capretti il giorno di Pasqua.

E tu a Pasqua cosa hai messo nel tuo piatto?

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